Che della realtà là fuori ci sia qualcosa di puramente oggettivo ci sono rimaste ben poche certezze, ognuno di noi vede il mondo attraverso le proprie lenti, e di questo mondo là fuori non fanno eccezione le persone con cui ci troviamo a intrattenere rapporti. Esterno ed interno sono sempre interconnessi.
Con l’altro possiamo svelarci, togliere il velo, togliere la maschera. [Piccola precisazione la maschera è l’adattamento inconsapevole ad un costesto di vita, è ciò che ci protegge per poter sussistere attraverso meccanismi difensivi a situazioni di vita più o meno difficili.] Ogni dolore, ogni perdita, ogni male incontrato nel mondo ha in qualche modo a che fare con un brandello di sè. E grazie a questo meccanismo di proiezione l’uomo può trasformarsi. Due diventano le vie da percorrere, entrambe senza esclusione, un’azione ispirata nel mondo e una via dell’interiorità, attraverso il riconoscimento di cosa il “là fuori” sta facendo risuonare in noi. L’universo ci guarda dentro, dove noi non osiamo guardare e poi proietta la realtà che ci permette di crescere. Ed è proprio in ciò che ci da più fastidio che è nascosto il segreto della nostra liberazione. Negli altri tenderemo a vedere tutti i fantasmi conservati al nostro interno, nemici fintanto che avremo dentro di noi parti nemiche che continueremo a combattere, aggressioni fino a che non riconosceremo e cureremo le nostre ferite infantili dall’interno. L’altro è lo strumento che ci fa vedere ciò che altrimenti resterebbe invisibile nelle profondità della mente subconscia. E questo vale anche nelle relazioni intime, spesso ci si chiede perchè ci si ritrova sempre con lo stesso tipo di partner, la nota psicoterapeuta Mara Selvini Palazzoli della Scuola di Milano, spiega come le persone cercano di riparare nel presente un certo tipo di relazione che non ha funzionato nel passato. Un po' come se in tutte le nuove relazioni si tentasse di fare andare le cose per il verso giusto, credendo che, così facendo, finalmente si sarà raggiunta la felicità. Ma è proprio lì l’inghippo, è da dentro che dobbiamo “sistemare” per poter sistemare il fuori. Ogni uomo o donna che incontriamo è una parte sconosciuta di noi: è lì per aiutarci a guarire una ferita dell’anima.