“Rimossi dalla nostra pelle, restiamo distanti Io e te, separati” Irigaray
La pelle ricopre tutto il corpo e delimita l’interno dall’esterno, ossia l’individualità della persona. È uno strato protettivo che definisce con chiarezza il nostro spazio vitale, la parola origina dal latino pellis, e deriva dalla radice indoeuropea pel- nel senso di “rivestimento”.
Le malattie della pelle possono evidenziare una difficoltà di comunicazione con l’esterno, la pelle, infatti, rappresenta un elemento di confine, sensibile e tattile, tra sé e gli altri, tra l’interno e l’esterno dell’individuo. Essa è il luogo dove ciò che avviene di patologico, non si può nascondere, ma si pone al nostro cospetto e a quello degli altri, in effetti la pelle è la superficie che “ci mostra” al mondo, e al tempo stesso che ci distingue dal mondo. Le sue funzioni sono svariate e si legano, ad esempio, allo svelare e al nascondere, al comunicare e al separare, essendo, inoltre, costituita da tre diversi strati assume sfumature conflittuali diversificate. L’epidermide, lo strato più superficiale è interessata da conflitti di separazione (eczema, psoriasi); il derma, uno scudo interno che contiene la melanina, dai conflitti di attentato all’integrità; l’ipoderma dalla svalutazione estetica e mancanza di stima (acne, lipomi).
E’, ovviamente, impossibile raggruppare tutte le patologie della pelle, è possibile, però, iniziare a riflettere sulle patologie che riguardano l’epidermide, dove la tematica della separazione è centrale. Interessante osservare come nella radice latina della parola “cutaneo” si trovano associazioni tra cutaneo e coltello. La radice inglese cut significa anche tagliare e in cinese pi, secondo la pronuncia in tre toni diversi, può significare pelle, tagliare e dividere.
Il tema della separazione lo ritroviamo ad esempio nella psoriasi, che si lega nello specifico ad una doppia separazione, secondo la concezione classica. Così come nell’eczema, dove si presenta invece una sola separazione. Essendo coinvolta l’epidermide, tessuto ectodermico, in fase attiva si ha una microulcerazione, con secchezza, insensibilità ed esfoliazione. In fase di risoluzione si ha una riparazione delle ulcerazioni, con comparsa di rossore, gonfiore, ipersensibilità, prurito e talora dolore. Il senso biologico è di poter diminuire la sensibilità e poter sopravvivere, quindi, al distacco dalla persona perduta e al suo mancato contatto.
L’etologia può apportare un’altra sfumatura interessante a tale visione. In particolare osservando il comportamento dei cinghiali, quando nel momento dell’accoppiamento, s’impegnano in combattimenti feroci. Al fine di evitare di ferirsi, cercano di ispessire la loro pelle. Per farlo si strofinano contro gli alberi e si rotolano per terra in modo tale che la loro pelle diventi più corazzata. L’eczema, ispirandoci a questo comportamento animale, potrebbe essere visto come il bisogno di fabbricarsi una corazza per evitare di farci del male dal punto di vista emotivo, e questo rinvia, più specificatamente anche ad altre problematiche della pelle caratterizzate da un indurimento, come la sclerodermia. Così la psoriasi può venire ad essere considerata un modo il cui il mio corpo mi protegge dal contatto fisico ravvicinato. Vivo un conflitto interiore, un’ambiguità tra il mio bisogno e il mio desiderio di avvicinarmi a qualcuno e la paura del contatto che mi porta a mantenere le distanze. Ed effettivamente la doppia separazione, può essere vista, invece, come un doppio e contrastante sentimento verso la stessa persona, di amore e odio. La psicologa Maura Balocco, ha rilevato, a seguito di esperienze cliniche, come la psoriasi nasconda un particolare risentito emozionale, dove la persona si trova nel mezzo di due relazioni tra di loro incompatibili. La psoriasi è caratterizzata da un rapido ricambio della pelle, la ricercatrice, ha letto questo comportamento, come la necessità del corpo di eliminare velocemente l’odore di uno dei due contendenti. Questo risentito di triangolazione si estende spesso a tutti gli ambiti di vita della persona, l’inconscio, infatti, spinge la persona a confrontarsi con il tema della scelta. Tale imprinting, ovviamente, risale spesso a particolari eventi genealogici. Queste persone, strette tra due fuochi, i quali possono essere anche situazioni o luoghi sia ben chiaro, sono chiamate a fare una scelta con coraggio tenendo a mente che “tra i due litiganti il terzo gode”, solo ascoltando i propri bisogni e le proprie necessità, si può uscirne.
Ritornando, più in generale al tema della separazione è ovvio come la pelle rappresenti il destinatario di tutte quelle patologie legate alla perdita, essa, infatti, è il luogo privilegiato del contatto, della carezza. Non a caso il legame che il neonato stabilisce con la madre passa, innanzitutto, per il contatto.
Il bambino eschimese viene portato nudo sulla schiena della madre, il ventre contro il suo calore. Madre e bambino si parlano attraverso la pelle. Ella previene tutti i suoi bisogni che intuisce in modo tattile. Per pulirlo gli lecca il volto e le mani, come del resto fanno in natura gli animali. L’eczema(ex-ama), primo tra tutti, ci parla proprio della perdita di contatto, della separazione, dell’oblio, del timore di essere dimenticati ma la pelle porta con sé tanti messaggi, non solo di separazione, anche di esibizionismo come di bisogno di espiazione, veicolati da altre patologie.
A costo di apparire ripetitiva ci tengo ancora una volta a precisare quanto sia necessario adattare per ogni persona il risentito preciso del conflitto in relazione al vissuto del paziente, è solo dalla sua storia che si può ritrovare la chiave della malattia.
Bibliografia:
Archive for Research in Archetypal Symbolism, Il libro dei simboli. Taschen
Athias, G. Le radici familiari della malattia. Venexia
Bianchi, F.M. La decodifica della realtà. Sekmet edizioni
Bianchi, K. & Pellegrini, S. Le malattie che fanno guarire. Om Edizioni
Balocco, M. Quando il sangue si esprime attraverso il segreto. L’artistica editrice
Fleche, C. Ho un corpo per guarirmi. Decifrare biologicamente le malattie. Edizioni Amrita
Frigoli, D., Cavallari, G., Ottolenghi, D. La psicosomatica. Il significato e il senso della malattia. Xenia
Martel, J. Grande dizionario delle malattie e della guarigione. Sonda
Morel, C. Dizionario dei simboli, dei miti e delle credenze. Giunti