July 14, 2025 11

Pillole di Psicogenealogia- Il figlio sostitutivo

“Aprite il grande libro dei conti della vostra famiglia”

Il trasgenerazionale è come una “patata bollente”, come l’ha definita la celebre Schutzenberger, che passa di generazione in generazione e che brucia tutte le mani per le quali passa. Una patata bollente, talmente calda che la si ripassa subito per non scottarsi, dando origine ai non detti, che diventano poi segreti di famiglia, ma può anche formarsi attraverso lutti non elaborati. Si tratterà, ora, di tornare alla perdita primaria e “parlarla”. Sciogliere la tensione dovuta ad un dolore non elaborato o un percorso incompiuto significa ritornare ad essere nel qui-e-ora pienamente.

In quest’ambito un fenomeno ben conosciuto e approfondito, visti i suoi effetti profondi e pervasivi, è quello relativo alla morte prematura di un bambino e del “figlio sostitutivo”. Si tratta di bambini che prendono il posto di fratellini scomparsi prematuramente, senza che il lutto sia stato completamente elaborato. Fenomeno frequente nel passsato, rafforzato dall’usanza di dare al nuovo arrivato il nome del bambino defunto, cosicchè avviene che questi si ritrova in qualche modo ad assumere il compito di portare avanti l’esistenza del fratellino che non c’è più. Emblematica a questo proposito la vita di Salvador Dalì e del fascino che egli provava per L’Angelus di Millet. Si narra che lo avesse riprodotto 64 volte nel corso della vita. Nessuno era in grado di dire perchè questo quadro lo affascinasse tanto. Il dipinto rappresenta una coppia di agricoltori che si raccoglie nel momento dell’Angelus. Posata a terra una cesta di ortaggi. Quando il dipinto originale venne ossservato ai raggi X, fu scoperto, sotto il cesto di patate, un pentimento, un “ripensamento del pittore”: vi era, infatti, la bara di un piccolo bambino. Alla luce di questa scoperta la sua passione per questo quadro acquista tutto il suo significato. Nella sua autobiografia Dalì racconta: Ho vissuto la morte, prima ancora di vivere la vita. Mio fratello era morto tre mesi prima della mia nascita. Mia madre era rimasta sconvolta...nel ventre di mia madre, io sentivo già la loro angoscia (dei miei genitori)...questo fratello morto... non è certo un caso che si chiamava Salvador come mio padre e come me... Ho cominciato a vivere riempiendo il vuoto di un affetto che non mi si portava veramente” (Dalì, 1973, pp12-13)